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giovedì 10 novembre 2011

Giordano Bruno, Il processo

Svolgi un saggio argomentativo su una tesi del processo..

38 commenti:

  1. L’immortalità dell’anima.

    Giordano Bruno fu un filosofo che visse nel secondo Cinquecento.
    Rientrato in Italia, fu sottoposto a processo da parte del tribunale dell’Inquisizione, poiché fu accusato di eresia da Giovanni Mocenigo.
    Durante il processo vennero riportati vari capi d’accusa nei suoi confronti, tra cui la questione sull’immortalità dell’anima.
    Quando venne presa in considerazione questa accusa, quindi l’immortalità dell’anima e la possibile migrazione di essa da un corpo all’altro; Bruno, rispose con: ‘’io ho tenuto e tengo che l’anime siano immortali e che siano substanzie subsistente, cioè l’anime intellettive, e che, cattolicamente parlando, non passino da un corpo all’altro, ma vadino o in paradiso o in purgatorio o in inferno;’’ il filosofo, con questa frase, si riferisce al fatto che l’anima è una sostanza che esiste e quindi razionale, però dal punto punto di vista cattolico essa non passa da un corpo all’altro ma si reca nel regno ad essa destinato.
    Aggiunge in seguito ‘’ma ho ben ragionato, e seguendo le raggion filosofiche, che essendo l’anima subsistente senza il corpo ed inesistente nel corpo, possa col medesimo modo che è in corpo esser in un altro, e passar da un corpo in un altro: il che se non è vero, per almeno verisimile l’opinione di Pitagora.’’ Il riferimento a Pitagora non è casuale, poiché fu il primo ad introdurre la concezione di ‘’anima’’. Pitagora sosteneva infatti che l’anima è l’armonia di tutto ciò che compone il nostro corpo e che al momento della morte, essa non muore con il corpo ma sopravvive migrando in un altro.
    Attraverso le risposte che egli dà ai suoi accusatori, Bruno attua un’ottima strategia di difesa. Riesce infatti a nascondere i dissensi nei confronti della chiesa cattolica senza tradire la sua dignità di uomo, ovvero quella di filosofo.
    In quanto filosofo, sostiene che l’anima risiede in ogni essere, e che essa è dotata del libero arbitrio.
    Nel senso che, il ‘’volere umano’’ non solo è libero di scegliere tra le possibilità a lui poste, ma può eccedere nelle situazioni quando, tramite l’intelletto, si rivolge al principio supremo. La divinità cui si riferisce Bruno, non è Dio, ma è bensì ‘’l’anima intellettiva universale’’, ovvero l’universo. Quindi, ricollegandosi a Pitagora, l’anima, al momento della morte, non muore ma sceglie un altro corpo nel quale scontare le sue colpe.
    Marta D'Aleo.

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  2. L’espiazione dei peccati.

    Nello scritto “Il Processo” di Giordano Bruno viene riportato lo sviluppo del processo a cui fu sottoposto lo stesso poiché ritenuto eretico; tra i tanti argomenti viene trattato anche quello del sacramento della penitenza.
    Bruno ritiene che questo sacramento serva per espiare i peccati poiché chi muore peccatore finisce all’inferno; lui stesso si è confessato due volte ma poiché precedentemente aveva abbandonato lo stato religioso non poteva essere assolto dai suoi peccati, per questo motivo smise di confessarsi e di andare in chiesa, decidendo di condurre una vita prettamente religiosa chiedendo perdono per i suoi peccati direttamente al Signore perché non dubita e non ha mai dubitato del sacramento della penitenza per non finire all’inferno con i dannati. Secondo il pensiero di Bruno i sacerdoti fanno le veci di Dio, sono i portavoce della parola di Dio sulla terra.
    Su questa tesi il pensiero di Bruno concorda con quello della Chiesa cattolica ma al contrario c’è chi pensa che la confessione non abbia lo scopo prefissato che ci impone la Chiesa cattolica. Secondo la Chiesa protestante i peccati dell’umanità sono stati scontati da Cristo quando si trovava sulla croce, ritengono che sia Gesù Cristo e la fede in lui a salvare le anime poiché nella Bibbia si afferma che solo Gesù può espiare i peccati dell’umanità e che nessun sacerdote può fare da intermediario tra Dio e l’uomo; Pietro nella Bibbia afferma che esclusivamente attraverso il nome di Cristo si può ottenere la remissione dei peccati e la purificazione; la Bibbia non dice nulla riguardo alla penitenza, Dio non chiede niente per il perdono dei peccati poiché è un dono gratuito che otteniamo distaccandoci da un modo di vivere sbagliato ed impuro.
    Io ritengo che il sacramento della penitenza sia valido se interiore, la vera conversione del cuore è la penitenza interiore che è un radicale nuovo orientamento della vita verso la giusta via, si può credere o meno alla Chiesa cattolica e alle sue istituzioni ma in ogni caso la penitenza è una cosa personale e il perdono è una cosa esclusivamente legata a Dio e all’individuo peccatore. Personalmente io non credo nel sacramento della penitenza ma ognuno è libero di credere ciò che vuole, a volte pensare che ci sia una potenza superiore capace di assolvere i peccati serve per alleggerirsi la coscienza e vivere una vita più serena. Nessuno può affermare con certezza se esiste l’espiazione dei peccati, tanto meno se esiste o no Dio, il giorno della verità sarà il giorno della nostra morte quando scopriremo la vera natura dell’anima e se esiste o no qualcosa di più grande.

    Agnese Monasteri

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  3. Nel 1542 Paolo III istituì il Sant'Uffizio dell'Inquisizione per frenare la diffusione dell'eresia protestante in Italia.
    Avvenne così che ogni riflessione autonoma sulle questioni religiose e il dissenso nei confronti della Chiesa vennero considerati come atti di insubordinazione e chi li compiva veniva processato come eretico.
    Gli inquisitori esercitavano una vigilanza particolare sul mondo della cultura,perseguendo gli esponenti di correnti di pensiero ostili alla tradizione aristotelico-tomistica.
    Fu questo il caso del filosofo Giordano Bruno,condannato a morte come eretico e bruciato a Roma nel 1600.

    Durante il primo processo dell'Inquisizione, subito a Venezia nel 1592, Giordano Bruno attua un'abile strategia di difesa che consiste nello sminuire i dissensi nei confronti della Chiesa,pur senza tradire il suo pensiero e la sua dignità.
    Fra i fondamenti della sua filosofia G.Bruno ribadisce l'esistenza di molteplici mondi,la loro eternità e il moto della Terra.
    All'obiezione dell'inquisitore,che gli contesta che la "Terra stat in aeternum"e il sole nasce e tramonta, G.Bruno ribatte che vediamo il sole "nascere e tramontare perchè la terra se gira circa il proprio centro".
    Alla contestazione che la sua posizione contrasta con "l'autorità dei Santi Padri",G.Bruno risponde che quelli"sono meno de' filosofi prattichi e meno attenti alle cose della natura".
    L'inquisitore,fedele alla sua concezione aristotelica,incarna quei dottori che hanno fede nella "fama de gli autori che gli son stati messi nelle mani" ma i filosofi moderni,che non hanno interesse ad intendere quello che dicono gli altri,ma pensano con la loro testa,si sbarazzano di queste idee antiche e si avviano"con più sicuri passi alla cognizione della natura"(dal De l'Infinito,universo e mondi).

    G.Bruno,combattendo l'ottusità dei suoi contemporanei e difendendo con coraggio e dignità l'autonomia del pensiero davanti al potere si erge a uomo esemplare ,attuale in ogni epoca.

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  4. Nel processo a Giordano Bruno, durato sette anni, l’imputato viene dichiarato eretico dall’Inquisizione con dieci capi d’accusa a suo carico. Uno di questi è quello di credere nella metempsicosi, ovvero nella reincarnazione dell’anima.

    Bruno risponde che, da buon cattolico, ha sempre ritenuto l’anima immortale e “substanzia subsistente”, cioè sostanza esistente realmente, che si trova all’interno del corpo, ma con il quale non ha un legame, poiché alla sua morte, l’anima vi si stacca. Secondo, poi, il comportamento tenuto in vita da quella persona, essa va o all’inferno o al purgatorio o al paradiso.
    Non volendo “difendersi”, bensì “affermare” la sua tesi, dopo aver dato forza a questo pensiero totalmente cattolico e di conseguenza conforme alle regole dettate dalla Chiesa, ammette di aver anche ragionato seguendo opinioni di grandi filosofi, essendone uno anch’egli. A questo proposito cita Pitagora ed espone un altro importante pensiero fondato sul piano filosofico, e cioè quello della metempsicosi. Egli afferma che, essendo l’anima staccata dal corpo ma esistente in esso, possa nello stesso modo con il quale è in un corpo, così esserne in un altro, e cioè possa passare da un corpo all’altro.
    Bruno dichiara quindi di avere due opinioni sulla destinazione dell’anima dopo la morte del corpo che la ospita.

    Ciò ovviamente va contro i canoni e le regole dettate dalla Chiesa, perché da cattolico, Bruno è tenuto a credere all’esistenza dell’inferno, del purgatorio e del paradiso, e alla destinazione ultima dell’anima, la quale si fa carico dei peccati che l’uomo ha compiuto. Per avere quindi la salvezza eterna ognuno deve percorrere la giusta via di preghiera, umiltà e fede in Dio.
    Con l’affermazione di credere nell’esistenza di due possibilità, entrambe ugualmente veritiere, Bruno mette in discussione l’assoluta verità delle parole della Chiesa, venendo, infatti, ritenuto influenzato dalle opinioni degli eretici che in quel periodo aveva fortemente frequentato.

    Essendo, però, Bruno un uomo fedele alla Chiesa e allo stesso tempo grande filosofo, ritengo giustificato il suo doppio pensiero su ogni argomento religioso che possa essere discusso sul piano filosofico. Egli non può allontanarsi dall’argomentare tesi in qualità di filosofo, perché vorrebbe dire smettere di fare il suo lavoro. La religione e la fede sono importanti in un uomo tanto quanto lo è il lavoro che pratica, di conseguenza la Chiesa non può ritenere quest’uomo eretico solo perché egli, oltre ad un pensiero giustamente religioso, ne ammette un altro sulla base della filosofia.

    Fasitta Giorgia

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  5. Giordano Bruno è stato un filosofo, scrittore, e frate domenicano italiano.A Venezia nell’estate del 1591, Bruno viene ospitato dal Mocenigo, che ha letto i suoi libri e desidera apprendere da lui l’arte della memoria.L'ospitante,non contento dei risultati e influenzato dall'intenzione che Bruno dovesse partire per Francoforte lo denunciò al tribunale dell'Inquisizione. Inizia così uno dei più lunghi e complessi procedimenti della storia dell’Inquisizione.Lui venne accusato dal tribunale di avere pensieri ed opinioni avversi a quelli della Santa Chiesa. I suoi pensieri,e quindi i suoi capi d'imputazione, vennero suddivisi in altrettante 10 tesi.Una di queste fu quella di professare l’immortalità dell’anima : «Ei dictum: Adonque voi tenete che l’anime siano immortali et che non passino d’un corpo ad un altro, come si ha informatione che habbiate già detto? Respondit: Io ho tenuto et tengo che l’anime siano immortali et che siano substantie subsistente, cioè l’anime intellettive, et che, catholicamente parlando, non passino da un corpo all’altro, ma vadino o in paradiso o in purgatorio o in inferno; ma ho ben raggionato, et seguendo le raggion filosofiche, che, essendo l’anima subsistente senza il corpo et inexistente nel corpo, possa col medesmo modo che è in un corpo essere in un altro, et passar de un corpo in un altro: il che se non è vero, par almeno verisimile l’opinione di Pittagora». Giordano Bruno quindi cerca di difendersi affermando che l’anima sia immortale ,subsantie subsistente, e che in basa a come si fosse comportata nella vita terrena sarebbe finita o nel paradiso,o nel purgatorio o nell’inferno. L’imputato inoltre mette in ballo anche la filosofia di Pitagora, secondo il quale dopo la morte si scelga il corpo in cui scontare le proprie pene. Lui cerca di minimizzare i dissensi nei confronti della chiesa pur senza tradire i fondamenti del suo pensiero e la sua stessa dignità di uomo perseguitato. Ma il suo pensiero è tutt’altro che concordante con quello della chiesa. Infatti secondo quest’ultima il corpo alla sua morte finisce sempre o in paradiso,o in purgatorio o in inferno ma in base alla via di preghiera,di umiltà e di fede in Dio praticata in vita. Infine io penso che Giordano Bruno, da filosofo ma anche uomo di chiesa, sia stato costretto a difendere il suo pensiero,innovativo per quell’epoca, ma inoltre difende anche la sua dignità e la sua indipendenza di uomo. Quindi possiamo dire che Bruno è stato un uomo esemplare cheverrà ricordato per sempre.

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  6. Giordano Bruno (nato a Nola, Campania) è stato uno scrittore e filosofo che visse nel seconda metà del Cinquecento.
    Egli subì un processo da parte dell’Inquisizione a Venezia e successivmente a Roma, perché accusato di eresia da Giovanni Mocenigo. Furono molteplici i capi d'accusa contro lo scrittore e uno dei più importanti fu quello rigurdante la reincarnazione dell’anima. Bruno si difese con abilità secondo il principio della "doppia verità": ritenne infatti che le anime fossero immortali e affermò che I Cattolici insegnano che esse non passano da un corpo in un altro, ma vanno in paradiso, nel purgatorio o nell'inferno. Ma ragionando profondamente e, parlando da filosofo, poiché l'anima non si trova senza corpo e tuttavia non è corpo, può essere in un corpo o in un altro, o passare da un corpo all'altro. Egli sostiene infatti la metempsicosi (o trasmigrazione delle anime) , e quindi che l’anima possa trasferirsi da un corpo ad un altro poiché è staccata da esso nonostante gli appartenga. In questo modo Giordano Bruno mette in dubbio le parole della chiesa che appunto si rifanno all’esistenza del paradiso, del purgatorio e dell’inferno e che l’anima umana svanisca nel nulla dopo la morte. Inoltre la sua teoria attaccava sin dalle fondamenta la concezione cristiana della responsabilità individuale dell'anima. Il 17 febbraio 1600 Bruno veniva arso al rogo in piazza di Campo dei Fiori a Roma. Nonostante cercò di ridurre le divergenze nei confronti della chiesa pur senza tradire le basi delle sue credenze e la sua stessa dignità in quanto uomo perseguitato, a mio parere la condanna è stata oggettiva. Dal punto di vista giuridico del tempo non esisteva alternativa. Dal punto di vista del procedimento fu un procedimento esemplare.
    DANIELE DI GIORGI

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  7. Giordano Bruno, nato a Nola nel 1548,fù un filosofo e uno scrittore vissuto nella seconda metà del cinquecento;egli fù accusato e condannato al rogo per eresia dall’Inquisizione a Venezia con dieci capi di accusa.
    Tra i molteplici capi d’accusa uno era quello riguardante la reincarnazione dell’anima.Bruno ha sempre ritenuto che l’anima fosse immortale,una sostanza realmente esistente e che fosse attaccata al corpo senza alcun tipo di legame poiché alla morte si stacca da esso per raggiungere o il paradiso o il purgatorio o l’inferno in base al tipo di comportamento che si era tenuti in vita.
    Bruno affermata la sua prima tesi,conforme alle leggi dettate dalla Chiesa cristiana,afferma di avere ragionato,seguendo anche alcuni pensieri di grandi filosofi del passato , ad esempio Pitagora,sul fatto che l’anima essendo reale e in grado di staccarsi dal corpo per raggiungere l’aldilà,sia anche in grado di passare da un corpo all’altro.Questa sua seconda teoria non fù assolutamente approvata dalla Chiesa poiché quest’ultima riteneva che l’anima appartenesse esclusivamente a Dio.
    Con la sua seconda teoria Bruno mette in discussione la verità della Chiesa che lo giudicò eretico poiché era stato influenzato dalle opinioni degli eretici con cui era venuto in contatto.Nel 1600 Bruno fù arso vivo nella piazza di Roma e le sue ceneri furono gettate nel Tevere.
    Personalmente ritengo corretto il doppio pensiero di Giordano Bruno dato che,essendo un filosofo,non può astenersi dalla continua ricerca del sapere.La Chiesa non avrebbe mai dovuto ritenere Bruno un eretico solo perché insieme ad un pensiero conforme alla religione cristiana ne affiancò un altro sulla base di un pensiero filosofico.
    Alberto Vinci

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  8. Giordano Bruno Nacque nel 1548 a Nola, presso Napoli, fu uno scrittore, filosofo e frate domenicano italiano.
    Nel 1592 Bruno venne denunciato da Giovanni Mocenigo per eresia e processato dall'Inquisizione.
    Il processo, diviso in due grandi fasi, la prima veneziana e l'altra romana consterà di una lunga serie di interrogatori. Uno delle tante imputazioni rivolte a Bruno fu quello di aver soggiornato in paesi di eretici, vivendo alla lor guisa.
    Di fronte a questa accusa egli ammise di aver trascurato i digiuni, risiedendo in paesi di eretici solo per ascoltare le loro prediche per curiosità, ma di non aver mai celebrato la loro eucarestia.
    Durante l'interrogatorio, inoltre, gli chiesero quali libri avesse letto. Egli disse di aver letto libri di Lutero, Calvino e di altri eretici stranieri, ma non per imparare la loro dottrina ma per sete di conoscenza. Continuò dicendo che questi libri non li tenne mai con sé poiché trattano di materie contrarie e ripugnanti alla fede cattolica. Inoltre Bruno ammise di aver lodato la regina Elisabetta, soprannominandola “diva”, nella sua opera “De la causa, principio et uno” per pura consuetudine letteraria.
    Attraverso le sue risposte, Bruno attua un'abilissima strategia di difesa, che consiste nel minimizzare i dissensi nei confronti della Chiesa cattolica, pur senza tradire i fondamenti del suo pensiero e la sua stessa dignità di uomo perseguitato.
    Nella prima fase del processo, ovvero quella veneziana, Bruno si dichiarò pronto a rifiutare le sue dottrine, ma nella fase romana, difese la sua filosofia.
    L'8 febbraio 1600 fu dichiarato “eretico impenitente” e il 17 febbraio venne arso sul rogo nella piazza di Campo dei Fiori a Roma.
    Giordano Bruno a mio parere fu un uomo molto coraggioso poiché continuò a difendere le proprie idee e la sua figura di uomo nonostante le difficoltà del suo tempo.
    Egli era sicuramente consapevole di non avere scelta tra l'abiura e la morte. Decise di morire dopo otto anni di durissima lotta, in piena consapevolezza.

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  10. Bruno e la pluralità di mondi.

    Per quattordici secoli la visione tolemaica della Terra immobile al centro dell’universo non fu mai messa in discussione. Poi però, arrivò Copernico che con il suo “De Revolutionibus Orbium Coelestium” aprì diverse questioni che misero in crisi le ormai antiche concezioni tolemaiche. Nel disegno di Copernico, era la Terra ad orbitare intorno al Sole e non viceversa. Il Sole diventava il centro del nostro sistema e nasceva così la teoria eliocentrica. Un affiatato sostenitore delle neoteorie fu uno fra i più celebri personaggi della storia della filosofia: il frate domenicano, nato a Nola nel 1548, Giordano Bruno. Le sue idee rivoluzionarie in materia di cosmologia gli costarono la condanna al rogo per eresia da parte della Santa Inquisizione.
    L’8 febbraio 1600 fu costretto ad ascoltare inginocchiato la sentenza di condanna a morte, ma quando si alzò indirizzò ai giudici la storica frase “Forse tremate più voi nel pronunciare questa sentenza che io nell’ascoltarla”. Pochi giorni dopo, precisamente il 17 febbraio, muore bruciato in Campo de’ Fiori.
    Bruno non rinnegò mai i fondamenti della sua filosofia ribadendo fino all’ultimo l’infinità dell’universo, la molteplicità dei mondi, la non generazione delle sostanze e il moto della Terra.
    La teoria cosmologica di Bruno si ricollegava alla prospettiva immanentistica dell’universo, un universo infinito reso possibile da un Dio infinito. La sua adesione alle teorie di Copernico si può in particolare notare nell’opera La cena delle ceneri, pubblicata nel 1584. Bruno inoltre sosteneva che non esistesse l’ultima sfera del mondo, quella che racchiudeva dentro di sé il cosmo. Le stelle erano in numero infinito e si disponevano nello spazio in tutte le direzioni. Esisteva una pluralità di mondi simili al nostro che quindi ospitavano altri esseri razionali, forse anche più evoluti del genere umano.
    Egli teorizzava la coincidenza di tutte le cose con l’infinito, del centro con la periferia, della parte con il tutto.
    Bruno però era cosciente del fatto che una visuale così innovatrice avrebbe suscitato le perplessità, o meglio, l’avversione dei teologi, i quali immancabilmente avrebbero visto in tale ribaltamento anche il sovvertimento di una serie di credenze fino allora comuni e care ai fedeli. Il Nolano volle perciò, nella stessa Cena delle Ceneri, sottolineare che il suo intento non era certo quello di opporsi alla Bibbia, nonostante fosse palese che la teoria copernicana cozzasse frontalmente con le affermazioni bibliche. Le provocatorie teorie cosmologiche di Bruno però non potevano non investire anche altri aspetti del credo cristiano. Escludere per esempio una creazione nel tempo e una fine del mondo significava abbattere un altro pilastro della credenza generale e delle attese immediate di alcuni intellettuali del tempo. Non ammettere poi la fine del mondo significava anche accantonare il giudizio universale e i luoghi destinati agli eletti e ai peccatori. Di conseguenza la chiesa ritenne giusto sminuire e censurare determinate affermazioni e certe idee che avrebbero dato troppo spazio a problemi che la Chiesa stessa, già in crisi, non era in grado di gestire. Ciò nonstante, la Chiesa cattolica attuale si rammarica per il rogo , ma ritiene tuttora valide le accuse nell’ambito teologico mosse al filosofo, ribadendo l’incompatibilità del pensiero di Bruno con la dottrina cattolica e sottolineando per l’ennesima volta una chiara chiusura mentale nei confronti del nuovo e di ciò che esso potrebbe comportare.

    ADRIANA VICARI.

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  11. A Venezia nel 1592 Giovanni Mocenigo denunciò Giordano Bruno al Sant’Uffizio,provocandone l’arresto. Durante il lungo calvario, che durò ben 8 anni, il filosofo si sottopose agli inquisitori, riconoscendo nella religione una guida valida per quanti non sanno elevarsi alla filosofia, nella vana illusione di poter ristabilire un accordo con la Chiesa senza abdicare alla sua visione del mondo. L’inquisizione romana, però, ottenuta la sua consegna, in un lungo processo censurò le sue opinioni, imponendogli l’abiura. Giordano Bruno si rifiutò di ritrattare e, condannato a morte, fu arso vivo come eretico a Roma. Il processo in cui il filosofo si vide coinvolto fu caratterizzato da una lunga serie di interrogatori, e da altrettante imputazioni da parte della chiesa; Una delle tante accuse fu quella di sostenere l’esistenza di molteplici mondi e la loro eternità. Nelle sue opere filosofiche Bruno esprimeva quella visione rivoluzionaria del mondo che dovette costargli la vita e la cui validità fu verificata solo in seguito da Galileo, con l‘invenzione del telescopio. Partendo dai calcoli matematici di Copernico, Giordano Bruno si pose in contrasto con l’antica concezione astronomica su cui si basava la filosofia aristotelica ormai dominante nella teologia e ufficialmente sostenuta dalla chiesa. Secondo la cosmologia bruniana la Terra non è più il centro intorno a cui si muovono il Sole e le stelle ma diventa uno degli infiniti mondi abitati e immersi in un universo illimitato e infinito. L’universo è concepito da Bruno come totalità che da significato alle parti, come unico organismo vivente che racchiude in sè ogni divenire, rimanendo tuttavia immobile e identico a se stesso. Da questa prospettiva cosmologica deriva la sua idea di una nuova "relatività". Proiettato in un universo infinito, l’uomo non cessa per questo di essere al centro dell’universo, ma il centro può essere ormai dappertutto. Difatti Bruno concepisce Dio non solo come causa prima del mondo ma anche come principio immanente di tutte le cose, cioè ogni cosa presenta in sé Dio. Spinto dallo stesso spirito che aveva guidato le navi fuori dalle vecchie rotte, il filosofo nolano amplifica i confini del mondo e in particolare del pensiero umano, portando quest’ultimo al di là di quanto stava scritto negli antichi testi. Abbattendo cosi le muraglie delle sfere celesti, libera anche la conoscenza, che passa ad avere come oggetto non più il finito, bensì l’infinito. In questo senso la posizione di Bruno si caratterizza anche per la sua inedita carica conoscitiva, sforzandosi di portare la rivoluzione copernicana sul piano della cultura e della coscienza.
    A quei tempi l‘unica astronomia riconosciuta ufficialmente era quella di Aristotele. Il pensiero Aristotelico aveva però una direzione completamente opposta a quella di Giordano; essa infatti si concretizzava nella concezione di un cosmo finito con un unico centro, la terra. La stessa chiesa cristiana, posta sulla scia del pensiero aristotelico, portando avanti un pensiero che non vedeva Dio come parte di tutte le cose, ma come entità superiore ad esse, riteneva e condannava eretico il pensiero del Filosofo. In particolare era del tutto estranea a Giordano Bruno l’idea biblica e cristiana di un dio trascendente che crea l’uomo a sua immagine e somiglianza e che comunica con lui attraverso la rivelazione, mettendogli a disposizione il mondo perché sia teatro della sua progettualità; diversamente Bruno ritiene che Dio non si esaurisca nell’universo d’infiniti mondi che crea continuamente, ma che sia nella natura e all’interno di ogni singola cosa. La sua vicenda testimonia i forti ostacoli che la libertà di pensiero incontrò nel corso della storia per realizzarsi contro la Chiesa, la quale non ammettevano contraddizioni tali da mettere in discussione la loro supremazia. Bruno accogliendo la rivoluzione copernicana e inserendola in un mondo senza centro e senza confini, diviene perciò il simbolo del libero pensiero che si vuole affermare contro ogni tirannia religiosa.

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  12. ESISTENZA Di MOLTEPLICI MONDI
    Giordano Bruno, nell’arco della sua travagliata vita, viene indubbiamente sollecitato da molti interessi ma in particolare il suo pensiero ci appare dominato da una potente intuizione cosmologica. Bruno accoglie con entusiasmo la rivoluzione copernicana ma la inserisce in un mondo senza centro e senza confini, rendendola ancora più sconcertante secondo la linea di pensiero del tempo. Nutre una profonda avversione contro l'astronomia aristotelica (l'unica riconosciuta ufficialmente ai suoi tempi) e ipotizza l'esistenza di altri sistemi solari e dunque di pianeti, alcuni dei quali abitati da esseri viventi e pensanti. Il mondo chiuso, gerarchico e rassicurante di Aristotele e della Bibbia, capovolto da Copernico, diventa uno dei tanti, uno degli infiniti mondi. Tutto si relativizza: ogni cosa, anche la più piccola e la più umile, è al centro del proprio mondo, ma in un universo senza centro e senza confini. A questo punto viene tirata in ballo anche la teologia. Bruno concepisce Dio non solo come causa prima del mondo ma anche come principio immanente di tutte le cose. Si tratta di quel tipo di concezione (considerata eretica dalla Chiesa) che va sotto il nome di panteismo, cioè tutto è Dio, dunque secondo tale dottrina Dio è presente in ogni cosa. Bruno fonda questa sua convinzione su argomentazioni metafisiche: la realtà è infinita perché infinita è la sua causa, Dio; mettere dei limiti all’universo significa mettere dei limiti a Dio.
    Le teorie di Giordano Bruno risultarono inconciliabili con la dottrina cristiana perché il filosofo tolse alla Terra e all’uomo la posizione centrale nel mondo.
    In primo luogo, l’infinito di Bruno comprometteva in profondità antiche certezze e dissolveva ogni gerarchia, inoltre, la Chiesa rifacendosi ad un passo della Bibbia dove Giosuè aveva pronunciato le parole “fermati o sole” sosteneva la teoria geocentrica ma si tratta di un messaggio che non va preso alla lettera . la Bibbia può essere letta con significati diversi e con diverse interpretazioni quindi quando si dice che Dio fa fermare a Giosuè il Sole , si vuole solamente sottolineare l' onnipotenza divina e non la struttura architettonica dell' universo. L’idea biblica e cristiana di un dio trascendente che crea l’uomo a sua immagine e comunica con lui attraverso la rivelazione, i profeti o Cristo, e gli mette a disposizione il mondo perché sia teatro e materia della sua progettualità, è del tutto estranea a Giordano Bruno. Dio non si esaurisce nell’universo d’infiniti mondi che crea continuamente, ma è nella natura, non se ne ritira, come fa l’artista che, creata l’opera, se ne distacca e la consegna a se stessa. La teologia biblica e cristiana della trascendenza porta fuori strada:la divinità non va cercata ”fuor del infinito mondo e le infinite cose, ma dentro questo e in quelle”.
    L’uomo, è i particolare la chiesa, tende a evitare la dissonanza cognitiva e a erigere delle difese classificando i portatori di dissonanza in una categoria che discrediti in toto loro e tutto ciò che dicono fino alle estreme conseguenze che portarono Giordano Bruno alla morte il 17 febbraio 1600 in campo dei fiori a Roma

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  13. IMMAGINAZIONE E MAGIA IN GIORDANO BRUNO

    Fino dagli inizi l’uomo si rivolse all’animismo col fine di trovare il proprio posto nell’universo. L’animisco era visto come strumento dell'immaginazione, in grado di creare un universo simbolico, paralelo all'universo reale. Così facendo l'uomo è arrivato progressivamente alla magia. Con Giordano Bruno, il tema dello spirito fantastico prende un posto centrale, diventando la facoltà intermediaria tra sensibilità e intelletto, e la loro stessa origine. Preoccupandosi dell'allenamento dell'immaginazione nella direzione delle arti occulte della memoria. Il riconoscimento di una “mens super omnia” oltre “alla mens insita omnibus” rappresenta una delle concessioni che Bruno fa alla trascendenza; sostiene, invece, la “mens insita omnibus” alla quale si può arrivare tramite la ragione, e non tramite la fede che tende a precludere a se stessa e ai suoi seguaci idee e concezioni fondamentali, che vengono spesso viste come equivoche. Le sue parole, lontane da essere un'espressione del misticismo, risaltano l'unità che l'uomo riesce ad acquistare tramite la ragione. L'educazione della memoria magica diventa in Bruno una tecnica per acquistare una personalità da mago convinto di poter manipolare lui stesso, un individuo oppure una collettività; un mago capace di invocare la presenza di esseri invisibili ricorrendo soltanto agli strumenti dell'immaginazione e alla conoscenza dei giusti “vincoli”. Il mago di Bruno possiede capacità pratiche, e per lui la magia significa conoscenza, scienza. Il mago studia la natura e si appropria delle sue regole.
    G. Bruno differenzia la magia naturale dalla magia transnaturale, affrontando anche in mino parte la demonomagia. Quest’ultima derivata dalla sovrappopolazione dello spazio, tende a delineare numerosi dei o demoni dell'aria, dell'acqua o della terra, frutto dell'immaginazione umana spaventata davanti allo sconosciuto. Prendendo le sue precauzioni contro gli attacchi della Chiesa, il nolano condanna le forme di magia che agiscono tramite i demoni, e quei maghi che tramite la magia occulta cercano di acquistare un potere che vada oltre il normale. Bruno si interessa di magia fin dai suoi primi scritti.Ad essa sono dedicate pagine molto importanti nello "Spaccio de la bestia trionfante", nel quale Bruno fa l’apologia dell’antichissima sapienza degli Egizi: i quali attraverso operazioni magiche erano stati in grado di entrare in comunicazione con gli dei e di colloquiare con loro. Bruno non ha l'intento di criticare la religione, ma soltanto di demolire i suoi meccanismi, dimostrando alle masse disposte ad accettarla come sia di gran lunga migliore vivere senza vincoli, ma queste scoperte furono percepite dalla popolazione come "fatti del diavolo" da cui distaccarsi. L’uomo moderno pero comprendo quanto sia piacevole vivere liberamente senza alcuna imposizione religiosa che tende a limitare il libero arbitrio umano. La magia, però, è vista come qualcosa che non pone limiti, ma al contempo è come qualcosa di cui avere paura. Bruno, in grado di intuire queste paure, convinto delle verità affermate, sostiene con una straordinaria superbia intellettuale: "Credo che in questo attimo siate voi ad avere più paura pronunciando questa sentenza, che me, ascoltandola!"

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  14. L’IMMORTALITA’ DELL’ANIMA

    Giordano Bruno, nacque a Nola nel 1548 e visse nel secondo Cinquecento. Egli fu sottoposto a processo da parte del tribunale dell’Inquisizione, poiché accusato di eresia da Giovanni Mocenigo, dal quale venne ospitato a Venezia nel 1591.
    Durante il primo processo, ovvero quella veneziana, vennero riportati diversi capi d'imputazione, che vennero suddivisi in 10 tesi, una di queste fu quella di professare “l’immortalità dell’anima”. Bruno si difese affermando che l’anima è immortale e “subsantia subsistente”. Egli si riferisce al fatto che l’anima è una sostanza che esiste e quindi di conseguenza razionale,ma dal punto di vista cattolico essa non passa da un corpo all’altro ma si reca in uno dei tre regni: inferno,purgatorio o paradiso. Inoltre aggiunge ‘’ma ho ben ragionato, e seguendo le ragioni filosofiche, che essendo l’anima subsistente senza il corpo ed inesistente nel corpo, possa con lo stesso modo che è in corpo essere in un altro; qui fa riferimento ad un grande filosofo, Pitagora. Pitagora fu il primo a parlare di ‘’anima’’, sosteneva che questa è l’armonia di tutto ciò che compone qualsiasi corpo e che al momento della morte, non muore con il corpo ma sopravvive collocandosi in un altro. Da buon cattolico Bruno deve credere nell’Aldilà, invece sostiene l’esistenza di due possibilità e in questo modo mette in discussione il pensiero della Chiesa. Nel 1600 Bruno venne arso nella piazza di Roma e le sue ceneri furono gettate nel Tevere. Giordano Bruno,in quanto filosofo è spinto dal continuo desiderio di sapere sempre di più e secondo me è giusto il suo doppio pensiero, uno religioso e l’altro filosofico.

    Sara Cusimano

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  15. Giordano Bruno, filosofo della seconda meta del 500, ebbe a che fare, come diversi liberi pensatori
    del periodo, con il tribunale dell’Inquisizione che nell’ 1591 lo accusa di eresia , ed apre un processo destinato a diventare uno dei più famosi delle storia.
    Tra le diverse accuse che il tribunale muove contro il filosofo vi è quella di occuparsi delle arti
    divinatorie e magiche, durante il processo egli nega di aver mai praticato arti magiche come nega di possedere libri di tal genere.
    Naturalmente si può pensare che il filosofo in quelle circostanze si senta in diritto di negare in modo cosi assolutistico poiché certamente egli non era versato in quel tipo di arti magiche che le chiesa identificava con l’arte del demonio, ma non si può negare che nelle sue opere il filosofo tocchi argomenti che possono avere un’aura mistica. Ad esempio egli sembra affascinato dalla cultura egizia e di come essi fossero in contatto con la divinità, ma in un passo egli afferma che" grande magia sarebbe quella di uno che fosse in grado di passare dall' unità alla molteplicità e dalla molteplicità all' unità " da ciò emerge che cosa effettivamente Bruno intendesse per magia ovvero la capacità di cogliere i meccanismi secondo i quali l' unità si articola nella molteplicità , e la molteplicità é tutta " ricomposta " nell' unità. Infondo questa affermazione non fa che riportarci al
    vecchissimo problema che risale alle origini della filosofia : già Talete diceva che il principio fosse l' acqua e in qualche modo doveva spiegare in che senso essa poteva diventare tutte le cose e in che senso tutte le cose erano acqua : come possono l' uno e il molteplice collegarsi tra loro?

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  16. Ambito: artistico-letterario
    Forma: saggio breve
    Destinazione editoriale: fascicolo di documentazione scolastica
    Titolo: l'immortalità dell'anima


    Giordano Bruno, un importante filosofo del 500, nel 1591 fu denunciato per eresia da Giovanni Mocenigo al tribunale d’Inquisizione .Il processo durò per bene sette anni, con 10 capi d’accusa fra questi : l’immortalità dell’anima.
    Egli riteneva che le anime siano immortali e che siano “substanzie subsistente” cioè sostanze esistenti realmente, come entità autonome. Per avvalorare la sua tesi, Bruno fece riferimento al filosofo Pitagora, secondo il quale l’anima essendo "subsistente senza il corpo e inesistente nel corpo” quando un uomo muore la sua anima può passare in un altro corpo o umano o animale o vegetale.
    Ma tutto ciò andava contro l’idea della Chiesa, perchè essa riteneva che, da buon cattolico Bruno, si doveva attenere alle dottrine della Chiesa, cioè che le anime non passano da un corpo all’altro, ma vanno o in Paradiso o in Purgatorio o all’Inferno. Un cattolico, quindi secondo le dottrine religiose, per raggiungere la salvezza eterna e spirituale deve credere in Dio ,aver fede e pregare. Però la Chiesa per andare ancora di più contro Bruno lo accusò dicendo che ,quando fuggi per l’accusa e si rifugiò a Ginevra, lui professò diverse religioni tra le quali quelle calviniste e luterane.
    Bruno, tuttavia, seppe difendersi bene da tutte le accuse poiché disse che lui quando conobbe queste dottrine non dubitò mai della propria fede perché leggendo, ragionando e disputando, trattò sempre di materie filosofiche e non religiose.
    Quindi la Chiesa non poteva ritenere Giordano Bruno un uomo eretico perché egli ammetteva anche un pensiero filosofico.

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  17. Giordano Bruno, Filosofia contro religione: la Scienza contro la Chiesa


    L’intera difesa del filosofo di Nola, accusato dall’Inquisizione per eresia nel 1592, viene abilmente costruita ed articolata su concetti chiave che rivelano l’elaborata personalità e la fermezza eroica di un uomo che, a costo della propria vita, difende le proprie ideologie. Essendo in possesso di doti di grande parlatore, incantatore e seduttore di anime, alla pari dei più grandi oratori romani, Bruno si batte come un martire del libero pensiero, equiparabile a un vero e proprio Socrate moderno che muore per non tradire le sue idee e per difendere il valore della ricerca filosofica, punto chiave della sua tesi discolpante.
    Bruno, infatti, stigmatizza sulla dicotomia tra i valori supremi della religione cattolica e la superiorità del “raggioni filosofiche” per le quali si è accostato ai pensieri e alle dottrine degli eretici protestanti del tempo quali Lutero e Calvino. Nelle sue opere infatti,Bruno è portatore di una dottrina nuova che cerca prepotentemente di distaccarsi dall’ombra della chiesa e di basarsi sulla ragione,sulla filosofia che guida le menti e gli animi, e sulla scienza: Bruno,accogliendo le ipotesi copernicane differisce dal sistema tolemaico,e immagina che è proprio la terra che ruota intorno al sole, in un insieme di mondi infinti,teoria che in parte sarà ripresa più avanti da G.Galilei .Viene celebrato pertanto, nella sua orazione,seppur in maniera velata,il valore supremo della filosofia,superiore alla religione stessa,alla quale è designato il compito di “convertire le genti non più come esempi di buona condotta e miracoli,ma con forcia contro quelli che se desviano dalla fede catolica”.nonostante ciò,Bruno non si dichiara mai un eretico,o riluttante dei principi della Chiesa,ma afferma che,i motivi per i quali lo hanno portato ad avvicinarsi alle opere e alle dottrine protestanti,sono stati esclusivamente filosofici. Ed è proprio x questo motivo che è sempre stato apprezzato dai protestanti,sia per il suo mantenersi “super partes”,non intromettendosi “nelle loro opinioni”, sia per il suo presentarsi principalmente come “Filosofo”.Egli crede nei principi della chiesa nell’immortalità delle anime,crede nella fede e nella “transustanziazione del pane e del vino in corpo e sangue di Cristo”.ma cosa ancora più importante,crede nell’importanza della filosofia, come suprema maestra, crede in ciò che crede in quanto filosofo e obbedisce solo alle”verità” che alberga dentro di lui. Per tali ragioni nella sua difesa emerge lo scontro storico tra religione e filosofia ,tra scienza e chiesa,scontro epocale che,nella concezione del filosofo,vedeva la chiesa come strumenti etico tra gli uomini, e al di sopra della quale vi era la filosofia che come unico obiettivo aveva la ricerca della verità. E Bruno,con invidiabile dignità non poteva venir meno a questa convinzione: muore da eroe con la profonda certezza “di aver preferito una morte animosa a un imbelle vita”.

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  18. Nel 1500, durante il periodo dell’Inquisizione, molte furono le opere censurate e gli uomini uccisi. In particolare in quegli anni la Chiesa accusò di eresia il frate-filosofo Giordano Bruno. Le imputazioni rivolte ad esso erano tantissime, fra queste venne incolpato di credere alla metempsicosi ed alla trasmigrazione dell’anima umana nei bruti.
    Bruno sosteneva che Dio, oltre ad essere il creatore della Terra, fosse presente nella natura stessa. Ciò portava il filosofo a sostenere fortemente, come Eraclito, il panteismo: Dio rappresenta il tutto, in quanto costituisce una realtà che esiste da sempre e per sempre. Inoltre, ricollegandosi nuovamente alla filosofia, riprese il pensiero pitagorico, la metempsicosi. Bruno credeva che l’anima fosse una sostanza esistente realmente senza il corpo ed inesistente nel corpo, quindi dopo la morte l’anima subiva un processo di trasmigrazione, che l’avrebbe portata al mondo ultraterreno.
    Chiaramente questa tesi va contro i dogmi cattolici, poiché vi sono poche convergenze nel pensiero di Bruno e in quello della Chiesa. Nonostante ciò, Bruno cercò di difendersi attuando una strategia che puntava sul minimizzare i contrasti nei confronti dell’accusa, e puntualizzando costantemente il suo interesse verso la ricerca filosofica e non verso la teologia, considerata solo uno strumento.
    Ciò che la Chiesa Cattolica non voleva comprendere era che Giordano Bruno, pur considerando la filosofia un valore superiore alla religione, era comunque un uomo cattolico, che differiva però solo in alcuni punti con il pensiero teologico. Tenendo in considerazione questo aspetto molto importante del filosofo, la pena di morte a mio avviso, fu eccessiva, poiché sarebbe bastato censurare le opere, in quanto egli non era un eretico, piuttosto guardava la religione con gli occhi della filosofia, ma purtroppo la sua visione teologica non era accettata alla fine del 1500. Questo lo penalizzò fortemente, tanto che fu mandato al rogo, ma cosa ancor più peggiore è che i luoghi comuni al giorno d’oggi accostano erroneamente la figura di Giordano Bruno ad un eretico.

    Sabrina Latino

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  19. Giordano Bruno nasce a Nola(NA) nel 1548 è stato un filosofo, scrittore, e frate domenicano italiano.
    Negli anni della controriforma attuata dalla chiesa per affrontare le eresie fu arrestato.
    Il suo arresto avvenne a Venezia il 23 maggio 1592 e a suo carico pendevano 10 capi di accusa.
    uno di questi capi lo accusava di "aver soggiornato in paesi eretici, vivendo alla loro guisa."
    Lui ammise di aver trascorso del tempo in paesi eretici e di aver trascurato i digiuni, ammise anche di aver ascoltato le opinioni di alcuni eretici solo per curiosità e di non aver mai celebrato la loro eucarestia.
    Fu anche accusato di aver lodato la regina Elisabetta nel suo libro "De la causa, principio et uno", lui ammise ciò ma si difese dicendo che lo fece solo per uso letterario e non per acclamare la regina. Lui inoltre affermo di aver letto libri di eretici come Calvino, ma solo per curiosità.
    Giordano bruno attuò nel processo una difesa molto intelligente, non negando ciò che fece ma sminuendo le accuse di eresia.
    Così facendo però accettò consapevolmente la sua condanna a morte.
    Secondo me è un uomo da ammirare in quanto "decise" di morire pur di mantenere le proprie idee.

    Giulio Gallo

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  21. Venezia, 1592. Giordano Bruno viene denunciato al Sant’Uffizio,e successivamente arrestato. Accusato di eresia,nella vana illusione di poter ristabilire un accordo con la chiesa senza dover tirasi indietro ai propri ideali, mandò avanti i cardini del suo pensiero. L’inquisizione romana, però, durante un lungo processo censurò le sue opinioni, costringendolo ad abiurare. Il frate e filosofo, si rifiutò di ritrattare e, condannato a morte,fu mandato al rogo a Roma come eretico, dove morì. Alla base del processo in cui fu coinvolto Bruno, vi fu un lungo interrogatorio. I principali capi d’accusa imputatigli furono dieci; Uno di questi fu quella di sostenere l’esistenza di molteplici mondi e la loro eternità. Partendo dalla teoria copernicana, Giordano Bruno contrastò l’antica concezione astronomica aristotelica ormai dominante nella teologia e ufficialmente riconosciuta dalla chiesa. Secondo la cosmologia di Giordano Bruno, la Terra non è più il centro intorno al quale si muove il Sole, ma è solo uno dei tanti mondi facenti parte di un universo infinito. L’universo è concepito da Bruno come totalità che da significato alle parti,come un’ insieme di unità che formano il molteplice. A quei tempi l‘unica visione astronomica riconosciuta ufficialmente era quella di Aristotele. Il pensiero Aristotelico aveva però un orientamento completamente opposto a quello di Giordano; esso infatti si concretizzava nella concezione di un cosmo finito,che aveva un unico centro, la Terra. Bruno ritiene che Dio non si esaurisca nell’universo degli infiniti mondi che crea continuamente, ma che sia nella natura e all’interno di ogni singola cosa; a differenza dell’idea biblica e cristiana di un dio che crea l’uomo a sua immagine e somiglianza e che comunica con lui attraverso la rivelazione, mettendogli a disposizione il mondo perché sia teatro della sua progettualità. La sua vicenda testimonia i forti ostacoli che la libertà di pensiero incontrò nel corso della storia per realizzarsi contro la Chiesa, la quale non ammetteva contraddizioni tali da mettere in discussione la loro supremazia, soprattutto per il fatto che la Chiesa aveva dei validi motivi per negare tutto ciò che poteva apparire << nuovo>> . Difatti tutto ciò poteva rivoluzionare i dogmi e i principi che erano propri della cultura cristiana da secoli. Bruno, accogliendo la rivoluzione copernicana e inserendola in un mondo senza centro e senza confini, diviene perciò il simbolo del libero pensiero che si vuole affermare contro ogni limite della cultura del tempo, dominata dagli ecclesiastici. Se precedentemente, la produzione dell’intellettuale cortigiano era stata ostacolata dal signore, adesso tocca alla scienza e ai suoi progressi essere ostacolata dalla chiesa, ma ostacolata, rimane anche la letteratura, censurata pesantemente dall’ << Indice dei libri proibiti>>.

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  22. Giordano Bruno, fu un grande uomo del suo tempo, si dedicò alla filosofia, astrologia cosmologia e in molti
    altri campi. Pur di portare avanti le sue tesi affrontò la chiesa o meglio l’inquisizione, e alla fine morì al rogo condannato per eresia ma non abbandonò mai le sue tesi. Durante il processo Bruno fu accusato di sovversione alla chiesa cattolica e i suoi capi d’accusa si riunivano in 10 tesi; una di queste fu quella della pluralità dei mondi.
    La teoria cosmologica di Bruno si ricollegava alla prospettiva dell’universo teorizzata da Copernico , un universo infinito reso possibile da un Dio infinito, infatti l’infinità dell’universo è messa in relazione con Dio e poiché Dio è infinito l’universo a sua volta sarà infinito. Inoltre con questa teoria Bruno sosteneva che non esistevano le sfere celesti e quindi che non esistevano confini dell’universo. Le stelle per Bruno erano di numero infinito e si collocavano ovunque nello spazio. Da ciò ne deriva una pluralità di mondi simili al nostro che quindi ospitavano altri esseri poiché la forza animatrice della natura agisce dappertutto non solo nella terra. Bruno però era cosciente del fatto che una visuale così innovatrice avrebbe suscitato le critiche della chiesa la quale, in questo ribaltamento delle credenze fino ad allora date per certe, avrebbe visto una minaccia contro la cristianità intera. Le provocatorie teorie cosmologiche di Bruno non potevano non investire anche altri aspetti del credo cristiano. Di conseguenza la chiesa ritenne giusto sminuire e censurare determinate affermazioni e certe idee che avrebbero dato troppo spazio a problemi che la Chiesa stessa, già in crisi, non era in grado di gestire. Quindi decisero il 17 febbraio del 1600 di bruciarlo al rogo come eretico.

    Gabriele Duca

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  23. Giordano Bruno, nato a Nola nel 1548, fu un grande filosofo e letterato che il 17 settembre del 1600 venne condannato al rogo, dopo aver subito un processo, con l’accusa di eresia.
    Le accuse che gli vennero date furono dieci; una di queste fu la tesi sull’immortalità dell’anima.
    Secondo le credenze cristiane le anime, dopo la morte, potevano andare o in paradiso o in inferno o in purgatorio. Bruno invece, segue un altro pensiero, ovvero si rifà alle teorie di Pitagora.
    Il filoso sosteneva che le anime dopo la morte si reincarnassero in un altro corpo per l’espiazione dei propri peccati. Tuttavia questa teoria era decisamente in contrasto con quella cattolica. Bruno infatti, anche se non voleva assecondare la chiesa e dichiararsi colpevole, cercava attraverso discorsi convincenti di portare il discorso a suo favore. Riguardo a quest’accusa disse che a suo parere le anime avessero per così dire due scelte, potevano cioè o reincarnarsi o andare in uno dei tre regni . In questo modo sperava forse di poter ottenere la libertà; ma nu fu così . La chiesa era consapevole del fatto che le tesi di Bruno avrebbero portato grande scalpore nella popolazione, già abbastanza scissa tra cristiani e riformisti. Per questo decisero di condannarlo al rogo, in modo che non avrebbe più potuto influenzare in alcun modo il pensiero religioso dei cittadini.

    Agnese Doro

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  24. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  25. Giordano Bruno Nato a Nola (Campania) nel 1548, Bruno entrò giovanissimo nei Domenicani e prenderà gli ordini. Ma il suo spirito irrequieto e l’eterodossia delle sue idee gli crearono ben presto seri problemi. Nel 1576 fu costretto a lasciare il convento e iniziò a peregrinare per l’Europa,
    finché nel 1592 non fu denunciato al tribunale dell'inquisizione dal suo ospite Mocenigo (forse per una presunta tresca fra la moglie di quest'ultimo e Bruno o forse perché insoddisfatto dalle lezioni fatte da Bruno).
    Una delle accuse mossagli contro, fu di credere nella teoria della pluralità dei mondi (rafforzata dalle tesi di Copernico)
    L’universo, secondo Bruno, è aperto in ogni direzione e le supposte stelle fisse si trovano disperse in uno spazio senza limite;
    Vi è una pluralità illimitata di sistemi solari, che ritiene popolati da creature viventi, senzienti e razionali; anzi, alcuni di questi mondi sono certamente più stupendi del nostro e con abitanti di gran lunga migliori dei terrestri;
    L’universo è una sola, immensa regione. Si sbaglia, sempre secondo Bruno, a voler distinguere fra una parte più nobile ed una meno nobile dell’universo perché, procedendo tutto dall’unica mente e dall’unica volontà di Dio, resta preclusa ogni discriminazione gerarchica fra le varie zone del creato.
    Bisogna però ricordare che non giunse a questa visione dell’universo da osservazioni astronomiche o da calcoli matematici, bensì da una intuizione di fondo del suo pensiero, alimentata dalle tesi
    copernicane.
    Queste tesi non poterono passare inosservate alla chiesa che sempre aveva sostenuto che l'universo fosse finito (così come la chiesa sosteneva dicesse Aristotele).
    Bruno però non abbandonò mai la sua teoria (così come tutte le altre), cercò solo di mitigarle, cercando di convincere la chiesa di essere nel giusto; per l'inquisizione romana ciò non bastò, e dopo numerosi tentativi compiuti nel tentativo di convincerlo a ritrattare (tra i quali anche la tortura)
    si decise di condannarlo al rogo.
    Alla fine della lettura della sentenza ,Bruno, rivolto verso i suoi giudici pronunciò delle storiche parole che forse possono riassumere il suo carattere e la convinzione nelle sue idee:
    «Maiori forsan cum timore sententiam in me fertis quam ego accipiam»
    («Forse tremate più voi nel pronunciare questa sentenza che io nell'ascoltarla»).
    così finiva la vita di uno dei più grandi filosofi del XVI sec., preferì rinunciare alla vita piuttosto che rinunciare alle sue idee

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  26. Marta, molto bene l'argomentazione della tesi ma l'antitesi cattolica contro la trasmigrazione dell'anima risulta debole...

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  27. Agnese, si legge molta passione nel tuo commento! Ottimo lavoro peccato però per la punteggiatura spesso usata in modo inopportuno... il che inficia la sintassi che risulta prolissa.

    Anche per te Gianluca ottimo lavoro, ben argomentato nella tesi e nell'antitesi. Manca solo una sintesi da cui si evinca il tuo pensiero

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  28. Giorgia, ottimo lavoro,ben strutturato e ben supportato nelle argomentazioni anche se antitesi e sintesi sono un pò più ridotte della tesi.. comunque BRAVA!

    Inserisco il commento a Greta che leggo in cartaceo:
    ben fatta l'argomentazione a sostegno della tesi ma risulta frammentaria e superficiale l'antitesi.

    Lo stesso vale per Fiammetta..manca l'antitesi con opportune argomentazioni a sostegno!

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  29. Daniele S. evita di fare trattati sulla vita degli autori e di citare per intero i periodi... Sicuramente migliore la parte argomentata anche se manca l'antitesi.

    Ruggero, il tuo lavoro risulta faticoso nello stile e pieno di errori lessicali. Le argomentazioni dell'antitesi non risultano ben chiare.. Puoi fare di meglio!

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  30. Ziodan, si scrive "nonostante abbia cercato...". Il tuo lavoro è sicuramente meglio argomentato nella conclusione dove si sente il tuo parere. Anche per te poco sviluppata l'antitesi....

    Alberto, il tuo lavoro è chiaro e organico ma poco approfondito nelle argomentazioni.

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  31. Kepi, lavoro chiaro e organico ma poco approfondito nell'antitesi...

    Sara, hai scritto cose già scritte da altri...evitate ragazzi di ripetere luoghi comuni...e date libero sfogo al vostro pensiero! Voglio sapere cosa ne pensate voi ...no cosa dicono altri!

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  32. Adriana, ottimo lavoro, ben bilanciato nelle argomentazioni a sostegno di tesi e antitesi e con adeguate conclusioni...BRAVA!

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  33. GIORDANO BRUNO :LA MOLTEPLICITA' DEI MONDI E L'UNITA' DI FEDE

    Giordano Bruno nato a Nola nel 1548 e morto a Roma nel 1600,è il filosofo italiano che rifonda ,sul rogo dove viene bruciato vivo per decreto del sant'Uffizio,la filosofia e la morale che sono quelle dell'uomo moderno ,creatura nobile e libera.

    Denunciato da Giovanni Mocenigo venne imprigionato e trasferito a Roma dove presenta degli scritti in cui si discolpa dall'accusa di eresia.Per due anni i suoi scritti vennero letti per estrarne dottrine empie per l'accusa;il cardinale Bellarmino ,che sarà l'accusatore di Galileo,lo incolpa di ateismo e gli chiede un abiura totale del suo pensiero:Bruno dichiara di non aver nulla di cui pentirsi poiché ritiene" di non aver mai detto né scritto cose con la deliberata intenzione di sostenere posizioni eretiche, contrastando direttamente così la fede cattolica,ma fondandosi soltanto su ragionamenti filosofici o riportando opinioni di eretici".
    Oppositore dell'esclusivo aristotelismo Bruno difese con calore l'ipotesi eliocentrica dell'astronomo polacco Copernico nel quale ,contrastando le ormai vecchie teorie tolemaiche,sostiene che è la terra a girare intorno al sole e non viceversa .
    In questo modo la terra o meglio ancora l'uomo non veniva più visto al centro dell'universo bensì soltanto una millesima parte di esso;da ciò Giordano Bruno concepisce l'universo come infinito animato e soggetto ad evoluzione.
    Ma a quel tempo la chiesa voleva imporre un unica verità,rifiutava la molteplicità e non tollerava il diverso,il suo unico obbiettivo era quello di ricondurre l'intero mondo all'UNITA' di fede.
    A questo punto L'intensa vita del filosofo è da leggersi tutta nella chiave di una battaglia culturale condotta in un periodo dove si radicalizzano le posizioni teoriche a causa degli scontri politici.Uno di questi Infatti ,dal punto di vista religioso,è la divisione dell'Europa poiché il cristianesimo si suddivideva a sua volta in luteranesimo,calvinismo,cattolicesimo e anglicanesimo.
    Bruno è al centro di tutto questo:il suo pensiero religioso sperimenta la varietà sempre oppressiva delle dottrine,e approda alla rivendicazione di un rapporto libero tra l'individuo e la divinità.
    L'ipotesi di un mondo infinito,già in CUSANO,un mondo dove l'uomo deve affidarsi solo a se stesso,alla grandezza del suo spirito per comprenderne i nessi e dominare il mistero pertanto appare a Giordano Bruno l'unica ipotesi possibile.


    p.s. scusi prof per il ritardo ma ho avuto problemi a pubblicare il commento.

    GLORIA MINUTOLI

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  34. Bene Alessia, mi è piaciuto molto lo stile di scrittura piano e incisivo. Un pò meno l'alternanza inadeguata dei tempi verbali.

    Claudia, ottimo lavoro! Completo e ricercato nella forma.

    Maria Clara sei FUORI TEMA! Hai preso e analizzato una tesi che non era in discussione nel testo di G. Bruno studiato in classe....

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  35. Martina, anche tu mi sembri fuori tema e con argomentazioni poco approfondite...

    Giorgia B., molto bene la veste redazionale ma lo sviluppo tematico risulta debole nelle argomentazioni.

    Alberto S. Bene! Efficace e ad effetto! In qualche punto occhio all'uso dei tempi.

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  36. Sabrina, lavoro completo ma piendo di errori sintattici e lessicali (ad esso... si dice a lui; tempi verbali al presente e al passato..)

    Giulio, nel tuo lavoro leggo solo tesi con poche argomentazioni.... e l'antitesi? Attento ai ripetuti errori ortografico-grammaticali.

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  37. Michelangelo, OTTIMO lavoro!! Peccato per i tempi verbali un pò al presente e un pò al passato...

    Agnese, a livello strutturale manca l'antitesi con le sue argomentazioni. Compito svolto a metà....

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  38. Federico e Gabriele, entrambi i vostri lavori mancano di antitesi e di argomentazioni a sostegno di quest'ultima....

    Gloria, il tuo lavoro è ben fatto ma il ritardo come sai, pesa sulla valutazione finale..pazienza! Sarai più puntuale la prossima volta.

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